Legami infantili 1: le prime relazioni

Precursori del legame di coppia

Legami infantili 1: le prime relazioni

Winnicot ha evidenziato l’importante ruolo assunto nello sviluppo umano della normale capacità di vivere il senso di colpa, la cui funzionalità biologica, anche se sconveniente,risulta essere attributo essenziale per il funzionamento della personalità sana. Tale capacità implica la tolleranza  dell’ambivalenza  e  l’accettazione delle responsabilità che comportano l’amore e l’odio. L’ambivalenza é nota a tutti come una sconveniente tendenza ad arrabbiarci ed a volte odiare proprio le persone a cui teniamo maggiormente; Freud fece rilevare che tale modalità comportamentale costituisce, nei primi anni di vita, una regola e non una eccezione, in specie nei confronti di fratelli e dei genitori; ed é per l’appunto da tale ambivalenza che nascono i temi di rivalità fraterna e di gelosia edipica; invero in ogni nevrosi ritroviamo nascosti dietro i sintomi i medesimi istinti di odio tenuti celati nell’inconscio dall’amore. In tali persone secondo Freud si realizza una de fusione libidica degli istinti di amore e di odio ovvero di quelli di vita e di morte; tale de fusione si contrappone al normale processo di fusione delle due tendenze che comporta lo sviluppo normale. La paura ed il senso di colpa che derivano dalla mancata gestione di questo conflitto sono alla base tra l’altro del comportamento delinquenziale persistente.

Le tappe per regolare questa ambivalenza sono d’importanza vitale nello sviluppo psicologico del futuro individuo; il bambino deve essere consapevole di questi impulsi contraddittori e deve riuscire a regolarli e controllarli, cosicché l’angoscia ed il senso di colpa diverranno sopportabili; al contrari se esso non riuscirà a controllare tali impulsi e sul quale si sentirà di non riuscire ad avere un controllo adeguato, insorgerà in lui una forte angoscia nei confronti della sicurezza di chi ama e lo porterà a temere le punizioni che crederà di meritarsi. Tale condizione é pericolosa perché induce la personalità a ricorrere a degli espedienti dannosi per lo stesso individuo. La paura del castigo inteso come rappresaglia nei confronti di atti ostili o solamente di intenzioni ostili porta il bambino spesso ad esercitare una maggiore aggressività cosicché egli agisce nella convinzione che per lui l’attacco costituisce la miglior difesa. Parimenti la colpa può generare una compulsiva richiesta di rassicurazioni e di dimostrazioni di affetto e dove queste non trovino riscontro si accresce l’odio e quindi l’ulteriore senso di colpa.

Inoltre quando il bambino dubita della capacità di controllo dei propri impulsi minacciosi può attuare il meccanismo di repressione su uno dei due impulsi in conflitto, cosicché il conflitto non viene alla luce ed affrontato, restando inconscio e contemporaneamente viene iper compensato compulsivamente la componente rimasta cosciente: é il caso di persone che non riescono a odiare o non riescono ad amare, la funzione corrispondente si trova a livello inconscio in stato di rimozione. C’é da precisare che l’emergere del conflitto non ha nulla di patologico, ma é normale viverlo; ogni giorno ci ritroviamo a dover decidere per due diverse linee di condotta, ci troviamo combattuti nella scelta tra attività entrambe desiderate. In verità tutti i comportamenti nostri e degli animali sono il risultato di un conflitto pressoché continuo fra impulsi contrastanti. Ciò che caratterizza la malattia psichica é la incapacità di regolare i propri conflitti in maniera soddisfacente.

La regolazione del conflitto diviene particolarmente difficoltosa se l’impulso ad ottenere il soddisfacimenti libidico o quello a far del male e distruggere sono particolarmente forti; spesso tali sentimenti così ingigantiti si riscontra negli psiconevrotici nei confronti dei propri genitori; una modalità educativa auspicabile potrebbe quindi essere quella di comportarsi in modo che nessuno dei due impulsi di odio e di amore diventino troppo forti, tale situazione può facilmente realizzarsi a patto che ci sia una coppia genitoriale affettuosa nella giusta misura. Se un bambino può far conto sull’affetto della madre e più tardi del padre crescerà senza essere sottoposto ad un eccessivo desiderio libidico o ad una sproporzionata tendenza all’odio; se tale condizione non si realizza é probabile che egli sarà costantemente portato a cercare amore ed affetto ed a odiare coloro che non si curano o sembra che non si curino di garantirglielo.

La donna é senz’altro guida in tutti i settori collegati alla salute ed al benessere dei bambini, ma le moderne esigenze della doppia carriera familiare e lavorativa comporta dei problemi che la società dovrà prendersi la briga di analizzare. L’esperienza della separazione rappresenta per il bambino che ha ormai instaurato un rapporto emotivo con la madre tra le più tragiche esperienze e può essere molto dannosa per la sua futura personalità proprio a causa delle esigenze libidiche e dell’odio scatenate dalla separazione. La prima conseguenza é un aumento del conflitto di ambivalenza; anche la vergogna e la paura sono fattori patogeni e niente aiuta di più il bambino di poter esprimere la ostilità e la gelosia in modo diretto e spontaneo, e nessun compito é più significativo per il genitore di saper accettare con serenità manifestazioni di amore filiale anche in forma di odio. Lasciando che esprimano queste esplosioni dimostriamo che non abbiamo paura dell’odio e che abbiamo fiducia nella possibilità di controllarlo, offrendo contemporaneamente al bambino una atmosfera indulgente nel quale sviluppare facilmente le capacità di self control.

Alcuni genitori considerano l’odio e la gelosia come un qual cosa di pericoloso; usano come mezzo di punizione espressioni di riprovazione; o sfruttano il senso di colpa convincendo il bambino della sua ingratitudine e facendoli notare della sofferenza morale e fisica che tali atteggiamenti provocano nei confronti dei devoti genitori; sebbene entrambi i metodi tendono al controllo degli impulsi negativi, hanno entrambi come conseguenza l’infelicità. Se la punizione é severa ne possono emergere personalità ribelli e perfino delinquenti se la punizione é molto severa; se viene invece sfruttato il senso di vergogna, ne possono derivare nevrotici oppressi da sensi di colpa. Come accade in politica anche per i bambini: a lungo andare la tolleranza dell’opposizione dà frutti vantaggiosi.

In ambito familiare i bambini hanno bisogno di affetto sicurezza e tolleranza; ciò non significa però far fare a loro tutto ciò che vogliono, ma una volta assicurato loro le primarie necessità vitali quali il bisogno di amore e di attenzione, le frustrazioni di altro tipo hanno una importanza marginale. Una delle qualità del buon genitore consiste nel saper distinguere tra le frustrazioni evitabili e quelle non inevitabili. Anche nell’ambito dell’alimentazione i bambini posseggono una straordinaria capacità di autoregolazione ed, il non conformarsi alle nostre aspettative sugli orari dell’alimentazione, può essere senz’altro positivo. La politica per il loro controllo consiste essenzialmente in un intervento deciso ma amichevole, non illudiamoci poi che essi ubbidiscano in nostra assenza ai precetti ed alle disposizioni impartitegli: essi non hanno ancora una struttura psichica in grado di ubbidire ai nostri desideri anche in nostra assenza.

Nella interazione coi genitore se la base generale dei sentimenti e della relazione é buona, l’occasionale scappellotto o scoppi d’ira non hanno conseguenze rilevanti, queste manifestazioni spontanee delle nostre tensioni possono dimostrare ai figli che tutto sommato abbiamo le stesse difficoltà e delle scuse se siamo andati un pò troppo in là del dovuto; inoltre il vincolo affettivo comporta che i nostri figli avranno la tendenza a comportarsi nei nostri confronti sempre in maniera più infantile che rispetto ad un estraneo.

I bambini piccoli sono particolarmente sensibili al tono della voce ed alla mimica facciale rispetto agli adulti e sono particolarmente sensibili al modo in cui vengono trattati. Molte delle difficoltà dei genitori nascono dalla loro incapacità di regolare l’ambivalenza; il fatto di avere un figlio scatena una serie di cariche emotive intense come quelle che legano il bambino piccolo alla madre o gli innamorati tra di loro.

L’intrusione della ostilità dei sentimenti del padre o della madre per il figlio ha un carattere spaventoso; un genitore che a suo tempo era geloso del fratellino minore può arrivare a nutrire una irrazionale ostilità nei confronti del nuovo piccolo intruso che é entrato a far parte della famiglia e questo atteggiamento é particolarmente comune nei padri.

Così la madre che prova ansia per il fatto che il suo piccolo possa morire non si rende conto dell’esistenza in lei dell’impulso ad ucciderlo e quindi lotta per evitargli ogni sorta di pericolo esterno: incidenti malattie disattenzioni ecc. E la madre che col suo perenne sacrificarsi per il figlio cerca di fare in modo che il bambino non abbia motivo di provare altri sentimenti che non siano affetto e gratitudine, così fa nascere in lui dei sensi di colpa col dichiarare che verso una madre così buona non é concepibile nessun sentimento che non sia gratitudine. Spesso il genitore attribuisce i propri errori al figlio che si dimostra un capro espiatorio perfetto é la solita pagliuzza nell’occhio del figlio ma non la trave nel proprio. Cosicchè in molti casi clinici ci si concentra a risolvere il problema del genitore oltre a quello del figlio. Sotto questo aspetto la famiglia rappresenta il sito dove spezzare il circolo vizioso che si crea e dove  i bambini disturbati finiscono col divenire a loro volta dei genitori disturbati, cosicchè la generazione successiva svilupperà gli stessi sintomi o disturbi simili.